Ars adeo latet arte sua

Anno: 2017

Autore: Collettivo Mani

Luogo: Sulmona, Badia – Bagnaturo

(Ovidio, Metamorfosi, X, v. 252)

Tanta è l’arte che l’arte non si vede (Bernardini Marzolla)

Le lettere colorate, dipinte su un lato dei paletti di cemento, semplici nella forma e dai toni lievi, giocano visivamente con gli elementi modulari, dilatandosi o contraendosi a seconda del punto di vista e formando parole intellegibili chiaramente solo da una data angolazione. L’effetto della rifrazione della luce sulla recinzione in alcune ore della giornata permette, sorprendentemente, di distinguere la scritta anche sul lato non dipinto, conferendo fascino  e mistero all’opera. Il senso autentico del mito di Pigmalione narrato da Ovidio non è tanto l’amore per una statua che si anima e diventa persona vivente, quanto quello racchiuso nel famosissimo emistichio, divenuto celebre come principio di estetica, fatto proprio dal poeta di Sulmona. Il mito si fa, attraverso il racconto, illustrazione della potenza illusionistica dell’arte. Per dirla con Eduard Fraenkel, tra i maggiori studiosi ovidiani: “uno dei più fini apologhi della meraviglia dell’immaginazione creativa”.

Grazie a Massimo Di Prospero per aver concesso l’uso della recinzione a fini artistici, consentendo di celebrare Ovidio nel Bimillenario della sua morte.